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Sono la morte

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Costretta a vagare sola
da sempre aspetto
compagni di viaggio,
un aiuto per comprenderne la meta.
Non ho colpe, solo una natura,

ma tutti mi temete;
avveleno l'aria
e secco la terra,
e se danzo per non pensare
è un attimo: i pianti
coprono la musica che faccio
nella mia testa,
i piedi s'imbrogliano
nei corpi sul terreno;
devo smettere.
Come voi avrei potuto,
preferito forse,
non esistere;
ma la speranza m'è segreta
nemica, e m'attacco
come a un seno
alla condanna della vita.

 Maria Musik - 28/10/2012 19:43:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Una tematica, questa, toccata da molti scrittori e registi: la morte non conosce perfidia ma è "naturale" e come tale non ha diritto di scegliere se assecondare o meno la sua natura. Ma questa morte improvvisamente diviene, quasi, antropomorfa: come molti fra i mortali avrebbe preferito non esistere ma deve vedersela con la speranza, micidiale nemica dell’autodistruzione. Questo la rende più comprensibile o meritevole di pietà? Una domanda aperta...

 Loredana Savelli - 28/10/2012 16:22:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Davvero efficace. Arriva diritta come una freccia.

 cristina bizzarri - 28/10/2012 11:54:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

:-) anche da parte mia Emanuele, non per complimento ma perché è molto bella. Certo, anche :-( perché il fondo è drammatico, anche se naturale ...
Ciao.

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